A Christmas Carol in chiave trasteverina e con Marco Giallini protagonisti, ecco Il principe di Roma il nuovo film di Edoardo Falcone, presentato alla Festa del Cinema in corso nella capitale, al cinema dal 17 novembre.
Nell’opera di Dickens Scrooge, l’avaro protagonisti viene portato indietro nel tempo dagli spiriti del Natale per poter rivivere e ripensare al suo passato e dar nuova luce al futuro. Lui così arido e così contrario al Natale e ai sentimenti benevoli che ispira. Così Ser Bartolomeo, alias Marco Giallini, è un ricco imprenditore della Roma tardo ottocentesca, proprietario terriero e grande commerciante. Eppure non ha il titolo nobiliare, cui ambisce. Per questo motivo si propone in sposo alla figlia del principe Accoramboni, in cambio di una sostanziosa dote in arrivo dai suoi affari nelle due Sicilie. Ma i soldi tardano ad arrivare e Bartolomeo si trova a dover ricorrere all’aiuto di una negromante per fare un viaggio nel regno dei morti. Lo Scrooge trasteverino compirà questo tragitto insieme alle ombre di Giordano Bruno (interpretato da Filippo Timi) di Papa Borgia (Giuseppe Battiston) e di Beatrice Cenci (Denise Tantucci).
Il film di Falcone è chiaramente ispirato a Il canto di Natale di Charles Dickens: c’è l’avidità del protagonista, il tempo passato, il viaggio nel regno degli spiriti; è stato tolto il natale e i suoi regali e si sono poi aggiunte la comicità e la romanità del magistrale Giallini. Si arriva però al messaggio a cui il cinema normalmente ci guida, un risvolto universale: dietro all’avidità del protagonista ci sono traumi e delusioni infantili che lo hanno spinto a chiudersi nel morboso denare e dimenticare l’importanza degli affetti. Fino a che arriva qualcuno ad aprirgli gli occhi.